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Accuse assurde…

Carissime e carissimi, mi è stato appena inoltrato un video – lo trovate a fine articolo – in cui Krizan Brekalo (che ho sempre considerato amico e fratello nella fede, oltre che devoto della Regina della Pace) ha fatto alcune dichiarazioni, relative al libro che ho curato con il commento alla Relazione della Commissione internazionale di inchiesta su Medjugorje, che mi hanno realmente sconcertato. Per amore della verità, rispondo punto per punto alle sue osservazioni, lasciando alla sua responsabilità morale le valutazioni di merito che ha proposto sulla mia persona, sulle mie intenzioni e sul mio lavoro.

Krizan afferma testualmente: «Ho parlato con Saverio Gaeta e mi ha riconosciuto che i documenti che lui sparge non sono documenti della Commissione vaticana che indagava su Medjugorje, ma sono documenti che gli ha dato un teologo nel 2014 che era contrario ai fatti di Medjugorje». Questa è pura invenzione, meglio ancora sarebbe dire menzogna: confermo che il testo della Relazione da me pubblicato è quello della Commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini, ed è questo che ho detto a Krizan per telefono due giorni fa. Per me è un po’ curioso che oggi si esprima in questo modo, mentre in quella telefonata mi aveva manifestato i suoi convinti apprezzamenti riguardo al mio impegno di difensore di Medjugorje.

Dopodiché, Krizan afferma che «Saverio Gaeta vuole infangare Ivan veggente». Di fatto, ogni volta in cui sono stato a Medjugorje, sono passato a trovare Ivan e ho assistito a diverse apparizioni nella sua cappella, sempre accolto con simpatia sia da lui che dal medesimo Krizan. E non ho mai ricevuto contestazioni di sorta da parte loro su quanto da me pubblicato a riguardo di Ivan.

Facciamo chiarezza. L’accusa di Krizan è: «Perché nei suoi libri Saverio Gaeta scrive che Ivan veggente non è stato presente il secondo e terzo giorno alle prime apparizioni». Io non ero a Medjugorje in quei momenti, e dunque non sono testimone oculare di quanto avvenuto. Ma quello che ho scritto lo conosco bene, come potrà leggere chiunque per esempio nella mia recente guida “Vivere Medjugorje”, dove propongo la sintesi che metto qui di seguito: «Su dove esattamente si trovasse Ivan Dragicević durante questa serata non c’è piena chiarezza. Dalla testimonianza da lui resa successivamente emerge che “la seconda sera non ci sono andato [sul Podbrdo], ho lavorato in campagna, stavo raccogliendo le foglie di tabacco”: presumibilmente vide la Madonna da una certa distanza e la udì quando salutò gli altri ragazzi al termine dell’apparizione».

Ora, di tutto mi si può accusare, ma non di inventare io quelle che sono le affermazioni di Ivan negli interrogatori registrati su cassette da padre Jozo e da padre Zrinko contestualmente agli eventi e disponibili nella trascrizione asseverata curata da padre Mulligan nel suo volume “Medjugorje. The first days”, disponibile a chiunque per una verifica. Chiarisco: io non ho mai detto che Ivan non ha visto la Madonna il secondo giorno, bensì che lui stesso ha dichiarato che non era insieme con gli altri quando l’ha vista da un’altra parte della collina. Citare le sue medesime affermazioni è volerlo diffamare? Per quanto riguarda il terzo giorno, è un’ulteriore menzogna che io affermi che lui non abbia avuto l’apparizione: in tutti i miei libri è ben chiaro che nella terza apparizione lui è insieme con gli altri cinque veggenti.

Infine, riguardo al nono segreto, non capisco davvero quale sia la contestazione. Per la mia ricostruzione storica – di cui da chiunque mi è stata riconosciuta l’attendibilità, l’accuratezza e la correttezza (a cominciare dal nostro grande “maestro” René Laurentin) – non sono riuscito a recuperare la data in cui Ivan ricevette il nono segreto e gli ho chiesto la cortesia di comunicarmela, nel caso in cui la ricordi. Finora non ho ricevuto tale comunicazione e infatti nella mia Guida mi sono limitato a scrivere che Marija ricevette il nono segreto l’8 dicembre 1983, Vicka il 22 aprile 1986 e Ivan lo ricevette nello stesso periodo.

Sono certo che questo mio chiarimento sia sufficiente per chi desidera conoscere la realtà dei fatti e valutare con cognizione di causa quanto affermato da Krizan. Aggiungo però che non ho idea da dove David Murgia abbia avuto i documenti da lui citati: non certamente da me, non avendo avuto occasione di sentirci e di vederci da alcuni anni… Murgia stesso ha scritto sul suo blog di averli ricevuti in un pacco sulla sua scrivania.

Se posso farvi una confidenza, quando mi è stato inoltrato il video ero davanti al mio computer, immerso nel lavoro per il libro che uscirà a maggio con la storia completa delle apparizioni di Medjugorje. Perciò mi dispiace ancor più aver dovuto spendere tempo prezioso per smontare delle accuse infamanti, rubandolo a quello che sento come mio attuale compito: ricostruire la verità di questa manifestazione mariana che ritengo la più importante mai verificatasi in duemila anni di cristianesimo. Vi saluto con affetto, in unione di preghiera e di intenti.

Il testo della Commissione

Per la prima volta nella storia della Chiesa, una Commissione della Santa Sede venne formalmente incaricata, esattamente dieci anni fa, di investigare su una manifestazione mariana, quella di Medjugorje, che dal 1981 continua tuttora a far discutere animatamente devoti e oppositori. La Commissione, presieduta dal cardinale Ruini e composta da altre sedici autorevoli personalità, lavorò per quattro anni e consegnò la Relazione di sintesi, nel gennaio del 2014, a Francesco e alla congregazione per la Dottrina della fede.

Da quel momento, una cappa di segretezza è calata sui risultati raggiunti da quegli esperti, rotta unicamente da alcune indiscrezioni giornalistiche, che però hanno lasciato spazi di ambiguità e di incertezza. Per esempio, si era parlato del riconoscimento delle «prime sette apparizioni», cosicché sarebbero rimaste estranee alla veridicità quelle avvenute dal 1° luglio 1981 nella chiesa di San Giacomo, come se la Madonna preferisse mostrarsi su una collina all’aperto, piuttosto che accanto a Gesù eucaristia.

Lo stesso papa Bergoglio, citando a memoria in una conferenza stampa, dichiarò erroneamente che «sulle prime apparizioni il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare». E, anche se in seguito il Pontefice ha riconosciuto che c’era stata qualche informazione inesatta, un vero e proprio chiarimento non c’è mai stato.

Con il libro Dossier Medjugorje da me curato per le Edizioni San Paolo, il velo di silenzio viene finalmente squarciato ed emerge con limpidezza un giudizio complessivamente positivo sui primi tempi delle apparizioni della Regina della Pace. Il dato fondamentale è che, riguardo agli inizi del fenomeno, con la schiacciante maggioranza di tredici membri della Commissione su quindici, è stata affermata la soprannaturalità di cinque apparizioni sul Podbrdo, di quella a Cerno il 30 giugno e della prima in parrocchia il 1° luglio.

Come è accaduto in precedenza per esempio nelle apparizioni di Kibeho in Africa, ora potrebbe dunque essere approvata ufficialmente anche la manifestazione di Medjugorje, limitandosi a prendere in considerazione quel primo periodo. E non risulterebbe d’ostacolo il fatto che gli eventi proseguano. Ne è prova il riconoscimento delle apparizioni di San Nicolás in Argentina, approvate nel 2016 anche se la veggente continua tuttora a ricevere le visite della Vergine.

Pubblicando qui in esclusiva la Relazione integrale della Commissione Ruini, ho voluto renderne possibile a chiunque la corretta comprensione. Per questo motivo, a completamento del libro ci sono un’ampia introduzione, puntuali commenti alle singole parti del testo e una sintesi storica che racconta i dettagli di questa ormai quarantennale vicenda soprannaturale. Un’opportunità per chi crede nelle apparizioni della Regina della Pace di venire confermato nella propria convinzione, ma anche una sfida per i critici che possono trovare qui significativi argomenti con cui confrontarsi.

Chi sono

Sono nato a Napoli il 13 dicembre 1958 e vivo a Roma. Sono sposato con Anna e padre di Alessandro.

Saverio Gaeta

A vent’anni ho cominciato l’attività giornalistica a tempo pieno nel settimanale cattolico Nuova Stagione e mi sono occupato dell’Ufficio stampa dell’Arcivescovado partenopeo, dapprima con il cardinale Corrado Ursi e successivamente con il cardinale Michele Giordano. Da marzo 1986 ad aprile 1988 ho lavorato come cronista per il quotidiano Il Mattino.

A maggio del 1988 sono entrato come redattore nel quotidiano della Santa Sede L’Osservatore Romano. A ottobre del 1991 sono divenuto vaticanista del mensile Jesus, quattro anni dopo sono stato promosso caposervizio e a gennaio del 1999 sono passato al settimanale Famiglia Cristiana, come caporedattore e coordinatore delle iniziative speciali socio-religiose. Nel marzo del 2013 ho partecipato alla fondazione del settimanale Credere, del quale sono stato vicedirettore.

Saverio Gaeta e Padre Livio Fanzaga
Con padre Livio Fanzaga sul Podbrdo

Ho collaborato con il quotidiano Avvenire, con i settimanali Il Sabato e Oggi, con i mensili Vita Pastorale, Messaggero di sant’Antonio e Il Timone, con le emittenti radiofoniche Radio Vaticana e Radio Maria, oltre che con numerose altre testate minori. Ho partecipato a numerosi programmi giornalistici della Rai (Porta a Porta, UnoMattina, Italia sul Due, Enigma, Domenica In), di Mediaset (Speciale Tg5, Matrix, Buona Domenica, Vite Straordinarie, Tg4, I viaggi del Cuore), di La7 (Piazzapulita) e di Tv2000 (Bel tempo si spera).

Sono laureato in Scienze della comunicazione sociale e sono stato docente di Teoria e tecnica del giornalismo e di Stampa periodica nella Facoltà di Scienze della comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.

Saverio Gaeta con Natuzza Evolo a Paravati
Con Natuzza Evolo a Paravati

A partire dal 1988 ho pubblicato un centinaio di libri, fra saggi (apparizioni mariane, miracoli, profezie, reliquie, devozione popolare…), biografie (Giovanni XXIII, Padre Pio da Pietrelcina, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, Francesco…), libri-intervista (Livio Fanzaga, Dionigi Tettamanzi, José Saraiva Martins, Raniero Cantalamessa, Piero Coda…) e antologie (Luigi Giussani, Chiara Lubich, Josemaria Escrivà, Tonino Bello, David Maria Turoldo…).

Ho collaborato a varie opere collettive: Storia delle Chiese in Italia (San Paolo), Giovanni Paolo II. L’uomo, il Papa, il suo messaggio (Fabbri), Dizionario di omiletica (LDC), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche (LDC), Andate in tutto il mondo. I vaticanisti e Giovanni Paolo II (EDB), La Madonna di Medjugorje. 30 anni con la Regina della Pace (Fabbri).

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